Ligorio, Pirro
Antichità di Roma (Napoli, vol. 1)
[...] Appresso Iulio Firmico nel quinto libro a capo otto testifica brevemente che tal caccia sia antichissima con queste sue parole, scrivendo a l’imperadore il gran Constantino: in Virgine Mercurius si fuerit inventui, qui adque sic tum habuerint fortes erunt industrii segaces equorum nutritores accipitrum falconumque ceterarumque avium, quae ad aucupia pertinent similiter et canum molossorum vertagorum et qui sunt ad venationes accomodati, la qual parole in lingua nostra suonan così: se Mercurio si troverà in Luna e chiunche l’averà così disposto sarà forte, industrioso, sagace e diletterassi di nudrire cavalli, accipitri e falconi e de tanti altri ucelli che da cacciare ucelli sono boni, similmente de’ cani, de’ molossi, levrieri e di quanti son buoni alla caccia. Vedise addunque come Giulio Firmico dimostra per astrologia come ce fanno costellazione che fanno cacciatori con ucelli di rapine e di cani, come far si vede oggi ai tempi nostri e di più veggiamo nell’intagli antichissimi di Giove uomini su cavalli con li accipitri in pugno e cani, sì che insano sarà quel tale che con questi auttori eccellentissimi non vogli credere che sì nobil caccia non fusse nei tempi antichi in uso [...].
p. 16
[c. 28r]
Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ligorio, Pirro, Antichità di Roma (Napoli, vol. 1), Napoli, Biblioteca Nazionale, Ms. XIII. B. 1
Edizione digitale
Acquisizione
Carmelo Occhipinti
Codifica
Carmelo Occhipinti
Revisore
Carmelo Occhipinti
Data di pubblicazione
13/6/2023