Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 1)
[...] Quest’altra medaglia ancora come quella di sopra è di messer Giulio Calestato parmesano, nella quale sono tre teste, l’una di Valeriano imperadore, tanto nimico et ignorante delle letterate e di litterati inimicissimo, l’altra di Gallieno suo figliuolo e la terza del fanciullo di Salonino Cesare, figliuolo di esso Gallieno, il quale finì la vita tristamente sì come governorono l’imperio. Li tre tempii che sono per rovescio loro penso che l’un sia della Luna, l’altro del Sole, il terzo di Aesculapio suo figliuolo, secondo par che demostra l’ara col dracone, simbolo di Apolline e di Aesculapio, communi a tutti li popoli.
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