Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 1)
Di Pergamo [...]. Nel tempo che Esculapio mostrava l’uso di medicare in Pergamo, Heraico, overo Heroico in Egypto, eccellentissimo filosofo e medico e molto erodito nella teologia degli Egitti, e scrisse costui una misteriosa Theologia approvata non solo dalli Egitti, ma da tutti i Greci. Nella cui opera si conteneva Hinni, cioè certi versi li quali cantavano in onor di dio, e nella istessa opera si conteneva l’istoria di trentamila anni adietro, e dicono che Heraico fu di natura sapiente perché da picciolo fanciullo dimostrava una divina sapienza, non avendo né imparate lettere né disciplina alcuna, e così da picciolino incominciò a darsi nelli riti della patria, ne’ quali divenne molto asperto e sapiente, e nella medicina nulla inferiore ad Esculapio. E così si conosceva in costui la sua divina fattura, qual alcuna volta demostrano l’imagini quando l’artefice gli ha dato alcuna vivacità e quasi animata si dimostra, così egli ancora riguardando et affissando gli occhi in una statua, che fosse di qualche deità reverenda, pareva che participe di quel nome fusse e significasse la virtù interna del simulacro, tanto con li suoi gesti demostrava quella sua prudenzia e la divinità del dio, et all’incontro quando riguardava alcune imagini che mancassero d’un certo spirito e vivacità come sogliono per la goffezza del maestro tutto con effetto dimostrava il mancamento di quella, e quando vedeva alcuna donna che patisse per cagion del mestruo o d’altro male, o si vedeva gli uomini, tosto conosceva i loro diffetti solo sentendoli parlare, et alla voce conosceva ancora quelli che ivi a poco gli avesse a venire alcun dolor del capo e per tanta mirabil natura quando morse Esculapio, trovandosi in Egypto, lo reverì e felli onorevoli esequie, come a sacerdote di Egypto, e coperse il suo corpo di sacri veli di Osiride [...].
p. 25 [c. 56v]