Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 1)
Di Epidauro [...]. Iunone Epidauria di questa medaglietta, che è di Fabrizio cognominato Romano, si vede col capo velato, la qual secondo le lettere scritte d’intorno la testa, ΗΡΑ ΕΠΙΔΑΥΡΙΑ, ivi s’adorava cioè in Epidauro, secondo l’altra parola scritta nel rovescio sotto il carro tirato da pavoni, dove è suso essa Iunone Epidauria [...]. In Epidauro Pomponio Mela dice che vi è l’inclito tempio di Esculapio, il quale è nell’oriental lito sopra Corinto, la sua città Apidauria, e Plinio nel libro quarto lo pone nel litto Soronico, dove è Epidauro col phano di Esculapio, overo delubro molto celebre [...] a cui fu dedicato il dracone in la qual forma venne a Roma, come avemo scritto altrove. Della sua vanità fa invenzione Tacito, Livio, Valerio Maximo e della indemoniata sua religione parla Lattanzio Firmiano et Augustino et altri teologi e scrittori della chiesa de Dio. Ma perché in questa medaglia non essendovi altro segno che facci approposito di Esculapio, più per ora si tacerrà, abastando aver detto che in Epidauro città s’adorava Esculapio, il che testifica San Pavolo contra gentili, e Stefano nella Grammatica delle città scrive ΕΠΙΔΑΥΡΙΟΣ, città appresso a Argo [...].
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