Ligorio, Pirro
Antichità di Roma (Napoli, vol. 1)
[...] Dice Macrobio che Capricorno è chiamato perché par ch’egli imiti la natura della capra, la quale pascendo sempre cerca da basso ad alto pascere, e così fa il sole essendo in Capricorno, che allora incomincia dalle parte di sotto ad ascendere e far li giorni più lunghi. Chi vol sapere come fabulosamente questo segno sia posto in cielo vedi a leggere Hygino nel libro secundo de’ segni celesti, dove parla della capra che nutrì Giove, e di Mercurio, come portò tal segno in cielo, e come Giove si mutò in hirco, cioè caprone, fuggendo Typhone gigante, et altre mensogne di poeti. Scrive Iulio Firmico nell’ottavo libro che chiunque averà l’oroscopo nella prima parte di Capricorno sarrà re, overo imperadore, e così ancora chi averà l’oroscopo nella terza parte del medesimo segno sarrà grande possente et harrà gran potestà nell’arme, onde Augusto fece gran stima di questo suo oroscopo, che lo volle nelle sue monete per memoria eterna. Ma in questo giudizio tacciano pure Theogene e Iulio Firmico, perché s’ingannano in cotale geniture, il che provo per me stesso, avendo cotal segno in ascendente, non per questo sono re né uomo dato alla milizia, né possedo ricchezze alcune, né segno di averne, laonde crederò che tal ascendente di Augusto fu dodato di sì gran monarchia per grazia concessali da Iddio, e per voluntà sua volle che non solo gli uomini n’avessero sentore, ma l’aere e la terra in talora pareva che fusse inchinata ad obbedire Augusto [...].
p. 43
[c. 171v]
Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ligorio, Pirro, Antichità di Roma (Napoli, vol. 1), Napoli, Biblioteca Nazionale, Ms. XIII. B. 1
Edizione digitale
Acquisizione
Carmelo Occhipinti
Codifica
Carmelo Occhipinti
Revisore
Carmelo Occhipinti
Data di pubblicazione
13/6/2023