Ligorio, Pirro
Antichità di Roma (Napoli, vol. 1)
Priaesos capo [vacat]. Priaesos dice Stefano è citta di Creta [...] del qual popolo fu questa moneta che ora è di Quintio Antiquario. Facevano per loro divozione Iunone Priaesense, da una banda, e dall’altra la capra Amaltea che allattò Giove, e per questo tutti li Cretensi tenevano tal animale sacro a Giove, perché fu nutrito da quella, perché le nimfe e l’altri dei endigeni tennero nascosto Giove e guardato nel monte Ida, per commessione di Rhea, acciò che Saturno non lo mangiasse, accioché Saturno non sentisse il pianto del putto sonavano timpani e cymbali et altri strumenti musici alla rusticana, della qual fabula scrisse Firmiano e la induce contra gentili di falsa religione, e chiama per testimonio li carmi di Arato, interpretati da Germanico Cesare cusì: NUTRIX ESSE IOVIS, SI VERE IUPPITER INFANS UBERA CRETAE MULSIT FIDISSIMA CAPRA SYDERE QUAE CLARO GRATUM TESTATUR ALUMNUM. Amaltea secondo li fisici è una nimfa la quale colle sue mammelle allatta e colla capra secondo altri [...].
p. 44
[c. 172r]
Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ligorio, Pirro, Antichità di Roma (Napoli, vol. 1), Napoli, Biblioteca Nazionale, Ms. XIII. B. 1
Edizione digitale
Acquisizione
Carmelo Occhipinti
Codifica
Carmelo Occhipinti
Revisore
Carmelo Occhipinti
Data di pubblicazione
13/6/2023