Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 1)
Di Babylonia. [...] Questo denario di messere Augustin Mosto non è d’altri popoli che delli Assirii, dove è Babylonia città, con ciò sia che ivi sono lettere assirie, da ’na banda è una donna con vestimenti militari, con la clamide e con un cuoio succinto, con la sinistra mano ha un’asta e con la destra una tazza avante uno altare, et allato una colomba la quale è Venere Assiria, cioè Semirami regina delli Assirii, la quale dicono che si mutò in Derce, cioè in colomba, e per questo gli Assirii aveano in reverenza tali augelli. Fu regina religiosissima e valorosissima, onde l’han posto per rovescio Pallade, perché fece guerre e ne portò vittoria di molte imprese, onde convenientemente han posta Minerva vincitrice con la Vittoria in mano, el scudo per la virtù sua, e l’ara davante per esser stata donna pietosa. Dice Iustino che nei principii del mondo la signoria degli uomini fu appresso de li re, e non per ancora levati all’altezza della maestà per favore de’ popoli, ma per conosciuta virtù detti per buoni alli governi, et i popoli non erano costretti dalle leggi, ma la voluntà buona delli regi erano in luogo di quelle [...]. Nino re degli Assirii fu il primo per cubidità di signoreggiare in altro modo, mutò l’antica usanza de tutti i passati, movendo guerra alli vicini [...].
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