Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 1)
Di Nikasio. Capo [vacat]. Quelli di Nicasio insola, come qui si vede, facevano per impresa nelle monete un serpe avvolto in sé in molti nodi agroppato, la qual cosa forse allude al sole, per esser l’isole sacre ad Apolline, overo denota essergli il mare atorno, con ciò sia cosa che il serpe significa non solo esser simbolo d’Apollo, ma dell’onde del mare ondeggiante e ritorte. La vipera serpente è di natura astuta, e quando vuole usare il coito viene alla riva del mare, ove col suo fischio chiama le morene e con esse usa e le pone in effetto quanto desidera, ingravedandole partoriscono li figli col corpo macchiato a guisa di serpente. Onde il divo Ambrosio ne demostra che da tal essempio dovemo prendere et imparare la amistà insieme, e massime il marito e la moglie devono cedere e comportar l’un l’altro se bene siamo diversi de natura e d’animo fra noi, e di diversi costumi e di diversa patria, overo esterni, ci debbiamo comportare per corservar la concordia e la umanità, siché forse quei de Nicasio hanno voluto significarci con tali essempi l’amicizia e il conversare tra forestieri, e la prudenzia di vivere concordemente non solo coll’isolani istessi ma colli esterni e con vicini apparentarsi con ogni audacia e prodezza purché prudentemente fosse tra loro utile et onore e parimente a tutti quelli ch’ivi negoziavano di cose importante.
p. 54 [c. 230r]