Biblioteca digitale

Di Gaza città. Presso questa bella medaglia del popolo Gazzese che serba l’Abbate Riario nelle sue antichità, si vede nel rovescio la Fortuna, che tiene su la pianta de la mano destra Pluto dio delle ricchezze con la maschera d’oro secondo i poeti fingono, dall’altra mano tiene il corno pieno delle frugie detto il corno Amalteo, il quale appoggia sul manico del gobernacolo, cioè del timone, che governa quella pietra rotonda e grave significante i duoni che si recevono movendosi la machina mondana de li frutti, de’ beni terreni, e perché è instabile tiene firmato il pié sinistro in terra e ’l destro appoggiato su la rota de la revoluzione. Il Pluto, come dice Aristophane, è cieco, e secondo Pausania egli alloggia sul grembo de la Fortuna, sua madre, che è la ricchezza, secondo Luciano, è cieca e zoppa, e lenta. Costei dunque come il figliuolo vanno accaso per lo mondo, e dovunque s’intoppano si fermano per un tempo e poscia guidati o cacciati da alcuni vanno per tutto spersi, o accapitano in casa di qualcuno che li serrano preggioni e si fanno schiavi de la loro guardia sinché vivono. Ora la Fortuna donatrice de’ beni detta Bona Fortuna felice et obsequente i Greci la disseno ΑΓΑΘΗ ΤΥΚΗ, alla quale il popolo Gazese dedicarono anco oltre alla medaglia una statua ad onore di Marco Antonio Gordiano, la quale fu nella città del Porto edificata sul ramo del Tevere detto Fiumicino; che fusse in questa città cotale Fortuna dedicata il demostra chiaro questa sottoscritta dedicazione ch’era raccolta nella chiesa di Santo Hippolito vescovo Portuense, che è nell’insula sacra intorno a la città del Porto, dove essendo quella chiesa per l’antichità rovinata come anco è desolata la città, v’è stato cavato nelle rovine dal cardinale Bellaio vescovo Portuense e spogliato il luogo e portatone via due inscrizzioni bellissime, privando il luogo del suo onore [...].