Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 1)
Centoripa, del cui popolo è questa moneta, la quale è città celebrata di Sicilia, posta dentro terra, tra quattro città [...]. Che nella medaglia vi sia da ’na banda Diana faretrata e dall’altra un tripode è cosa conveniente alle città di Sicilia nelle quali, secondo scrive Marziano, era il culto delli dei, di Ercole et Apolline, in molta reverenza si tenevano presso li Agrigentini. Diana la riverivano li Segestani. Ma la Diana, secondo trovamo in molte altre monete d’oro e di rame dell’altre città di Sicilia, par che fusse presso de loro familiare e communemente adorata. Perché Diana, secondo li fisici, non è altro che la dea Cerere e Proserpina, e viene appellata da più nomi secondo l’effetti naturali delle stagioni, e la proprietà e mutazione che fa la luna col sole, come si può vedere presso di Macrobio, il quale tira tutti li dei e dee al sole.
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