Ligorio, Pirro
Antichità di Roma (Napoli, vol. 1)
Di Thessalonice [...]. L’effigie di Marco Antonio Gordiano, è il terzo Gordiano nepote del Gordiano antiquo, cognominato Africano, il quale fu eletto imperatore dalli soldati pretoriani che per sceleragine con ogni distrazio aveano occisi i due venarabili vecchi imperadori Clodio Pupieno e Massimo Albino, indegni certo di esser stati così malamente trattati, i quali per nobiltà e per la virtù loro degnamente ascesero al grado e fastigio imperiale, e creati per la salute del popolo romano dal Senato, contra Massimino Trace nimico d’ogni umana bontade. Così dunque Gordiano trovandosi, nella morte di questi dui santissimi imperatori, fanciullino fu dai soldati preso in collo e chiamato Augusto secondo dice Erodiano nel fine dell’ottavo libro nelli gesti de’ Romani. Eutropio nel decimo libro dice che Gordiano terzo, nato dal vecchio Gordiano, essendo fatto imperatore fanciullino, prese anco per moglie Tranquillina, la cui effigie è dell’altra precedente medaglia fatta come questa pur dalli Thessalonicesi, e dapoi il sponsolizio di costei aperse le porte del Iano Gemino alla guerra, le quali dice il medesimo autore non si saper contezza alcuna se dopo l’imperio de’ Vespasiani fussero altre volte aperto il tempio di Iano [...].
p. 77
[c. 356r]
Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ligorio, Pirro, Antichità di Roma (Napoli, vol. 1), Napoli, Biblioteca Nazionale, Ms. XIII. B. 1
Edizione digitale
Acquisizione
Carmelo Occhipinti
Codifica
Carmelo Occhipinti
Revisore
Carmelo Occhipinti
Data di pubblicazione
13/6/2023