Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 2)
E se questo non è il detto cinto non so che altro possi esser più convenevole et approposito, essendo egli una toga o praetexta succinta, come dice Servio, la quale sempre è nelli sacrificii e nelle pompe annodata in cotal modo come ve la dimostro, composto più o meno come secondo si usava la toga minore o maggiore di grandezza, o sia toga o trabea o praetexta, sempre a un modo si vede per tutte le antichità, e le più sono annodate nel mezzo o col seno o senza, con una parte che cala giù insino in terra a questa guisa, tra i suoi piedi arriva una testa di essa per dimostrare esser annodatura cinta in fretta. In ambedue questi essempii si vede, e nell'abito sacerdotale col capo velato e nell'altro che non è di sacerdote: quello del sacerdote calando giù dal capo nel cinto fa il seno; l'altro cingnendo il lato sinistro e per tutto il corpo circundanno si lega col cinto signato ω e di sotto hanno la sua veste detta tunica. Il sacerdote porta in mano la cratera nella destra e nella sinistra il simpulo, ambidue instrumenti da sacrificare, l'uno da libare e l'altro da spargere e lavare le interiora de la vittima sacrificata, et il medesimo abito è quello che portava il pontefice maximo.
p. 11 [c. 9r]