Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 2)
Di qui adunque si ritrae che 'l pallio è veste greca e la toga è la veste romana, il che chiaramente potemo vedere per le parole del sudetto istorico, e quanto fusse poi usata la veste palliata o pallio come la vogliamo dire, perché pallio non era altro che un panno quadrato e la toga rotonda, onde noi chiamamo pallio il baldacchino quadrato che non solo ha la forma quadra, ma ha alcune freggiature attorno. E che sia come abbiamo detto non è dubbio alcuno, perché così è nelle statoe antiche di marmo che si trovano in Roma assise e palliate, che sono di uomini illustri della Grecia per dottrina e filosofia eccellenti, e per insino all'imperadori in publico la portavano. Imperoché si legge nella vita di Claudio come egli andò a vedere il spettacolo gladiatorio palliato, perché cotale mantello è più espedito che la toga, perché per ogni verso s'accomoda. Il nome vero del pallio secondo i Greci fu chiamato nella lingua loro imation e ΤΡΙΒΩΝΗΟΝ, ancora che ultimamente usassero pallio che è più tosto voce latina che greca, nondimeno per la quadratura che avea lo dissero imatio tetragono, cioè di quattro angoli, per avere quattro lati diversi, dui lunghi e dui larghi, e presso di Romani fu mantello donnesco, il che si dichiara più espeditamente nell'abito delle donne romane. Il pallio adunque i Greci lo portavano sopra della tunica, come dice Demostene, e questo era uso come la toga sopra della tunica appresso di Romani e presso i Latini, secondo referisce Plutarcho. Si trova ancora che pallio è manello di filosofi, come ci insegna Aulo Gellio per le parole di Ercole filosofo con un proverbio: BARBAM ET PALLIUM PHILOSOPHUM NON DUM VIDEM. Solevano nel vero tutti i filosofi portare il pallio e barba, come si vede nella scoltura di Diogene Cynico et in quella di Aristide Ateniese, nell'antichità raccolte nella casa dell'illustrissimo cardinale di Carpi. Di più Cornelio Tacito dice che il pallio era commune agli uomini et alle donne [...].
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