Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 2)
Le due imagini dimostrate, la maggiore è stata trovata in un monumento ch'era nella via Salaria, e fu imagine secondo l'epitafio di un certo Eutichio liberto di Tiberio Claudio e tabulario, e di Eutyco mesuratore dell'agri, cioè poteri di esso imperadore. Fu portata nella vigna di papa Giulio terzo e d'indi trasportano nel palazzo in Vaticano senza la testa e senza piedi. L'altra imagine pure palliata era di bronzo, trovata in altro monumento che fu già nella via Appia di un certo Herode, la quale imaginetta fu comprata da messer Lysandro Corvino. Si trovano oltre a queste imagine palliate molte altre, ma perché sarebbe superfluo a dimostrar di tutte, serà abastanza aver dimostrate queste nelle quali assai chiaramente si vede come fusse la forma del pallio, e con esse vi avemo aggionte altre due imagini che sedeno di marmo, trall'altre che si trovano tra quelle di filosofi e di oratori greci. L'una d'esse si vede nell'Hemicyclo dell'atrio palatino nel Vaticano, che è di Aristide Smyrnae, che è uno delli dodici chiari oratori che particolarmente laudò Roma e le città con abbondante e feconda orazione. L'altra imagine è dell'altro Aristide Ateniese, cognominato il giusto, che si trova nell'antichità raccolte da Rodolfo Pio cardinale di Carpi et in ambedue le imagini si vede il pallio o vogliamo dire imation tetragono all'usanza greca. Ma perché alcuni potriano sofisticando e cavillando dire alcuna cosa e maravigliarsi che abbino i filosofi e gli oratori greci il pallio a carne nude, questo dico come è detto di sopra, che 'l pallio è proprio e convenevole ai filosofi, come lo nodrire la barba [...].
p. 18 [c. 16v]