Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 2)
Dell'amuleti, capo CXV. Sono infinite cose da esprimere dell'antichità e, quantunque siano difficili a dirli i nomi, come priopriamente li chiamavano, semo sforzati sempre usare le parole grece e latine, le quali se bene son lontane dalla nostra lingua vulgare, nondimeno recitandone il significato e mettendo esse proprie farranno qualche cosa più di chiarezza e di fede alle materie che dell'antichi si inducono e si dichiarano a quelli che non le hanno studiate massimamente e che non sono rozzi delle bone lettere [...]. Ordunque, fu per costume presso dell'antichi portare qualche cosa appesa al collo contra la malignità di cattivi spiriti, sì come oggidì religiosamente e santamente usamo portare come per una cosa generale o far portare ai nostri figliuoli le venerande reliquie, il santo segno della croce e gli Agnusdei, con le quali essaltamo e tinemo quel santo nome del Nostro Redemptore signato contra dei pericoli e delle maligne cose che si temono. Gli antichi dunque, compagni e familiari dei demonii o maligni spiriti, e pochi amichi del male e delle maledizzioni et incantazioni, s'agiutavano con molte maniere di cose frivole o cercavano o credevano di agiutarsi contra di coloro che usano le malie, portavano appeso al collo un collare con uno vasetto o altro bussoletto pieni delli rimedii, e questo chiamavano ambuletum, e li Greci Amphiesma Alexipharmaco, perché era come una circuizione che per ogni verso guardava e vestiva di diffesa e di medicina, acciò che la tristizia della fascinazione delle malefiche persone non trappassasse in quella che avea l'ambuleto contra l'incanti, e così pensavano di esser forti e non potessin noscere, onde tutti i fanciulli il portavano [...].
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