Ligorio, Pirro
Antichità di Roma (Napoli, vol. 2)
di Toscana, come dice Livio, egli da quei luoghi riportò gli ornamenti regali, le selle curule, gli anelli ornamento di cavaglieri e quelli della milizia, e la toga pretesta, l'uso del triomfare nel carro dell'oro, da quattro cavalli tirato, e le toghe riccamente ornate, e le vesti triomfali, e finalmente tutte l'altre cose et insegne con le quali la dignità dell'impero eccelle. L'ordine dunque di cotali ornamenti par che i Toschi usavano, secondo gli erano stati comendati da Thyrreno, figliuolo di Atyis, uno di quei figliuoli discesi dai figliuoli di Ercole e di Omfale, il quale come dice Strabone nel quinto libro edificò dodici città, dando la impresa a Tarconte [...]. Et il segno del re era il scettro e la benda bianca cinta in testa, secondo scrive Iustino abbreviatore di Trogo Pompeio, e secondo si vedono nell'antiche medaglie portavano il sago mantello rotondo et aperto dal lato destro e dal sinistro chiuso [...].
p. 3
[c. 4r]
Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ligorio, Pirro, Antichità di Roma (Napoli, vol. 2), Napoli, Biblioteca Nazionale, Ms. XIII. B. 2
Edizione digitale
Acquisizione
Carmelo Occhipinti
Codifica
Carmelo Occhipinti
Revisore
Carmelo Occhipinti
Data di pubblicazione
13/6/2023