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[...] Così dunque il parazonio si dava al tribuno per segno di difensione, e non solo da questa imagine si trova essa spada, ma in altre ancora se ne ritrae la forma, e chiaramente si vede in Campitoglio, in mano alla statoa del gran Flavio Constantino imperadore, in quella di Augusto, in una statoa di Constantino che è quivi, tolta già dall'ornamenti delle sue Terme Constantiniane e col baltheo, cinto et il fodro appeso al baltheo e la spada dovea averla in mano in quella che gli manca il braccio, con l'altra tiene il scettro. Da questo antico costume credo che sia tratto l'uso moderno che li pontefici maximi l'abbian a far segno di diffenzione, donando quella spada agli capitani di Santa Chiesa et a altri nobili principi diffensori, qual si suole portare il Natale dinanti a lui, la quale è una spada grande, che si potrebbe adoperare con ambi le mani, e col capulo e fodro d'argento lavorato et indorato, et adorno non solo di bellissimi intagli ma alcuna fiata vi avemo visto legarvi alcune pietre preciose; e questa auttorità e dignità ancora par che si rappresenti nel creare il gran senatore romano, degnissimo officio, e tale è di tanta reverenza che il re Carlo ebbe a favore averne sì fatta dignità senatoria, la cui spada o vero stocco che si dà al gran senatore, in segno della somma auttorità che risiede in Campitoglio, la porta un paggio davante ad esso, e questo rappresenta la dignità della romana grandezza di quella antica libertà, quando governava il mondo, e di esso governo insino ad ora vi resta questo segno et ombra di quello gran senato, presso del nostro sommo senatore nel magistrato capitolino, il quale regge la potestà dell'altri simboli o vogliamo dire magistrati ordinati quivi dal maximo pontefice, come padrone e protettore e diffensore di Roma e della cristiana religione. [...]