Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 2)
Della trabea, capo V. Trabea è nome della toga, la quale era longa e schietta, et è quel mantello che usavano i cavaglieri nelle pompe, quando in qualche sollennità si commemoravano alcune cose egregie e degne di memoria, quando andavano a salutare Castore e Polluce e Giove in Campitoglio, e nelli sacrificii secolari che si celebravano ogni cento anni nel Campo Marzio, e quando serravano alla pace il tempio di Iano Gemino. Questa sorte di toga si vede chiaramente in quelle scolture di mezzorilievo trovate nella via Flaminia ch'erano ornamento della piazza del Campo Marzio, ove si vedono sacerdoti di diversi ordini et il popolo che seguitava nella medesima pompa, e si vede in Roma medesimamente nella casa di messer Giovan Corizio, dove è una ara di sepultura di un cavagliero con la sua inscrizzione e nei lati di essa sono le sue imagini sculpite, in due modi vestite, come andava quel cavagliero, l'una a guisa di soldato come andava alla milizia, e l'altra trabeata come andava nelle pompe e per la città, le quali imagini l'avemo poste qui di sotto disegnate. [...] Si trova scritto presso di
p. 8 [c. 6v]