Ligorio, Pirro
Antichità di Roma (Napoli, vol. 3)
Di Marte Conservatore e di Venere. Furono trovate due statue rotte di mezzo rilievo in quel sito dove ora si dice l’orto del Pantano, già dove fu il Foro di Augusto, li quali fragmenti ebbe Ioanne Bellaio cardinal di Parigi. L’una di esse era di Marte Conservatore e l’altra di Venere vincitrice, secondo accusavano le parole scritte sotto i loro piedi. [...]
[...] perciò che solo Iddio è quello che provede il presente e il futuro col passato, e lascia misurare l’avenire, mostrando a ciascuno dovere imparare dall’altrui perigli. E la somma di tanto riguardo niuno sa, qual sia il meglior affermativamente se non esso Dio, e non è Marte quello che dà la vittoria, ma gli uomini buoni, accompagnata con essi la verità e la voluntà di Colui che concesse tanta grandezza a quei antichi Romani che potessino fundare il loro imperio dove avea da esser la sedia ordinata presso il tempio del mondo al Suo santissimo vicario, colonna delle cose divine, gemma preciosa splendente nei cori dell’agneli, come predicante luce fulgentissima, e consolazione delle aflitte gente, fonte di pacienzia, coronato di quella celeste corona del santo martirio che diede eterna felicità a tutti coloro che per
p. 101
[c. 142v (=p. 278)]
Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ligorio, Pirro, Antichità di Roma (Napoli, vol. 3), Napoli, Biblioteca Nazionale, Ms. XIII. B. 3
Edizione digitale
Acquisizione
Carmelo Occhipinti
Codifica
Carmelo Occhipinti
Revisore
Carmelo Occhipinti
Data di pubblicazione
13/6/2023