Ligorio, Pirro
Antichità di Roma (Napoli, vol. 3)
[...] Questa Venere publica dovea esser sculpita come è quella in opera nel giardino del cardinal di Ferrara sul Quirinale, feudo di casa Carrafa, ove in un fonte è una Venere del marmo pario, bellissima, nuda dal mezzo in suso, o sedente su un scoglio, e dal mezzo in giù una parte d’una gamba è scoperta, il resto è velato di un sottile mantello aggraziatamente acconcio e sculpito, a destra et a sinistra gli sono in piedi gli dui Amori, tutti vezzosi et intenti a prender i frutti che la loro madre gli porge, avendo lassato in terra il carcasso e l’arco. Fu questa imagine duono del signor patriarca Grimani al detto signore. Lo quale donò così un’altra grande imagine pure di Venere, che avea il suo Cupido appiedi, la qual tolse del medesimo luogo il cardinal di Guisa e l’ha portata in Francia con infinite altre belle cose. Così la misera Roma ognor si spoglia e se le toglie il suo ornamento, quantunque essa onori le gente strane degli onori divini. [...]
p. 121
[c. 176r (=p. 345)]
Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ligorio, Pirro, Antichità di Roma (Napoli, vol. 3), Napoli, Biblioteca Nazionale, Ms. XIII. B. 3
Edizione digitale
Acquisizione
Carmelo Occhipinti
Codifica
Carmelo Occhipinti
Revisore
Carmelo Occhipinti
Data di pubblicazione
13/6/2023