Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 3)
[...] Feceno ancora nella imagine di Minerva l’ali alle spalle, come dice Eusebio, perché potesse volare presso di Saturno, come a tutti l’altri dei, come a Diana, ad Apolline, chiamati volateli, cioè volucris, come si vedeno in alcuni amatisti intagliate simili imagine, come quelli che avea Fabrizio cognominato Romano abitatore nella regione Transtiberina, il quale avea una corniola intagliata dove era Minerva che avea il scudo e la lancia in mano, da un lato era una testugine col suo dracone, dall’altra parte era uno Amore che sedeva su un calato, cioè canestro, e con una mano avea una ghirlanda, con l’altra una face ardente. [...]
p. 12 [c. 14v (=p. 24)]