Ligorio, Pirro
Antichità di Roma (Napoli, vol. 3)
Della imagine de’ Satyri e di Pan. Le forme de’ Satyri chiamati Aegipani sono diverse da quelle dei Satyri che hanno la forma loro in tutto umana, perciò che questi hanno le corna e piedi e gambe caprine, come anco la più parte de la testa e faccia. Alcuni vogliono che siano naturali, altri credeno esser finsioni de’ poeti, sotto della corza poetica significano molte cose e, sotto il velame dichiarato da’ physici, sono significati per le infrascritte qualità dell’uomo. Imperò che Polieno Macedonico nel primo libro de’ Stratagemmi dice che i Satyri sono i soldati di Bacco, o pure sotto la condotta di Pan capitano di esso Bacco, il quale per esser stato il primo che trovò assalti improvvisi et ordinazioni di esserciti in forma de’ cervi et altri stratagemmi da vincere lo inimico nelle cose di governo, lo formorono i poeti di forma cornuto, et i suoi soldati furono chiamati Pani et Aegipani. Ma Plinio dice che si trovano uomini vivi della sudetta forma, abitatori de’ monti. Il che ancora scrive San Hieronymo, nella vita di Paulo primo Ermeta, che essendo Sant’Antonio in camino cercando di esso s’incontrò con uno hippocentauro, cioè un uomo mezzo cavallo, il quale prendendolo per la mano gli mostrò la via, con parole mozze, e blese, il quale si partì e si perse per la campagna, né mai da lui più fu veduto, il che forse fu uno demonio. Ma nel vero seguitando il suo viaggio in una convalle vidde un altro uomo non molto grande, col naso adunco, e con le corna in fronte, et il corpo umano e le streme parti di capra, a cui con paura addimandò chi egli era; gli rispose: io sono uomo, che albergo e sto in questa selva di questa solitudine, et in questo diserto vivo, e noi da’ gentili per fauno, per satyri e per incubo semo chiamati, e di più disse a Sant’Antonio che dovesse pregare il Dio commune per lui, qual sapeva esser venuto per la salute del mondo, et il nome di lui esser sparso per tutta la terra. E di più dice il divo Hieronymo che niuno dubiti che questo non sia il ver, con ciò sia cosa che un tale animale fu preso sotto l’imperio del grande Constantino, e portato in Alexandria, e poscia essendo passato da questa vita insalato fu portato in Antiochia. Si trovano scritti ancora simili Satyri Aegipani presso di Euripide, et in Plutarco Cheroneo, in questo modo parla di Pan, il quale s’adorava per la figura del mondo. Et Eusebio ancora recita nella preparazione evangelica nel libro quinto una istoria, volendo dimostrare che i demonii o vero dii di gentili erano mortali, ove adduce Plutarco per testimonio, dove avendo narrate molte cose dice che Emiliano Rhetore, uomo prudente e modesto conosciuto da molti, navigando per Italia circa all’insule Echinade, mancando il vento pervenne la notte appresso l’insula di Pase, e stando tutti quelli ch’erano nella nave vigilanti et attenti nelle cose del mangiare, fu udita una gran voce, che chiamava Thranno molte volte, il che parse a tutti miracolo di sentir fuor della nave uno che chiamasse un tal luomo ch’era Aegyptio, e governatore di quella nave, et essendo chiamato la terza volta con maggior voce, non essendogli risposto disse: quando serai appresso la palude allora annunzia il gran Pane esser morto. Del che spaventato Epitherso padre di Aemiliano e tutti gli altri, pieni di paura, dubitarono se si aveva da obbedire a quella voce, o no. Laonde Thranno disse che se i venti spiravano lor propizii niente s’avesse da dire, ma essendo
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[c. 223r (=p. 439)]
Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ligorio, Pirro, Antichità di Roma (Napoli, vol. 3), Napoli, Biblioteca Nazionale, Ms. XIII. B. 3
Edizione digitale
Acquisizione
Carmelo Occhipinti
Codifica
Carmelo Occhipinti
Revisore
Carmelo Occhipinti
Data di pubblicazione
13/6/2023