Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 3)
Della cognitio rerum. La Cognizione, cioè la virtù che con l’intellecto purgato insegna nell’uomo la cognizione de tutte le cose, celeste e terrene e d’ogni sorte de intelligenzia, formarono una donna assisa in una sedia composta di diversi ornamenti d’animali. Ella ha in testa il cielo, finto come una città abitata e munita di muro e di torre e di porte, nella mano destra tiene contemplante quella imagine la quale gli Ephesii chiamavano multimammis, che è la Natura Generante detta dalla qualità di lei per la quale figuravano le potenzie del cielo e de la terra, come che ella abbracci la generazione e munizione de’ nutrimenti. La quale Diana ha in testa la medesima corona che ha la Cognizione che in mano la sostiene, cioè il cielo in forma di città, atto[r]no la testa un velo che la circunda, qual ci rappresenta il cielo che amanta la terra stabile, attorno de la gola sul petto ha le Hore che ballano in cerchio, sopra poste a un’altra collana fatta della sembianza del serpe che si divora la coda con la bocca, significante l’anno e i secoli che entrano l’uno nell’altro. Più di sotto il petto è pieno di infinite mammelle picciole e grandi, significante il nutrimento delle cose picciole e delle grandi che sono sopra della terra in infinite forme. Più di sotto del petto avante al stomaco sono le tre Grazie dispensatrici delle cose de la Pace, de la Giustizia e de la bona legge, e dopo queste sono i delfini, gli amori accavallo a essi, più da basso le cose che volano e caminano sopra della terra, e finalmente ha i pié coperti da molte falde, significante le cose segrete de la terra, quelle cose che stan ferme e vivono in lo loro essere. Così la Cognizione ha sì fatto simulacro in mano per modello della Natura generante, nella mano sinistra tiene una tazza con la quale ciba un dracone che gli è apresso, che esce di sotto del scudo di Minerva che ha appiedi, et un libello accanto al scudo, e tiene sotto della sedia tutte l’arme degli dii, come che essa abbi la intelligenza e capacità di conoscere ogni natura. Di questa forma era dipinta nelle belle pitture che furono guaste nel bastionar Roma dalla parte della Porta Pinciana, dove erano molte altre cose degne della contemplazione della scienza de’ gentili [...].
p. 155 [c. 242v (=p. 475)]