Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 3)
Tertulliano ancor egli scrive che in Argo città fu un simulacro di Giunone cinto con rami di vite, e che avea sotto dei piedi una pelle di leone, quasi che ella volesse avere quelli per dispreggio di Bacco et a disonore di Ercole, che l’uno e l’altro da lei fu odiato grandemente, come da quella che ad ambidui fu madregna, secondo le favole. Con questo modo Tertulliano riprende i difetti degli antichi, ma qual fusse la intensione de la cinta de la vita e la pelle del leone, forse fu che Giunone, essendo quella che nutre la vite per essere l’aere, li fanno quella pianta per sua cintura e la pelle del leone la varia durezza penetrativa del sole, sottoposta all’aere
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