Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 3)
multiplicarono la costoro oppenione dell’altri che seguirono poi, con la superbia di quei che voleano essere adorati, accrescé tanto che la più parte di loro morirono di crudelissima morte. Onde non senza cagione bisognò mandarli i flagelli della pestilenza, e più volte coi dilluvii purgarono i loro peccati, et in più volte dessolarono e somersero la terra, con la perfidia e pravità degli uomini ciechi, e finalmente ancora si seria nelle tenebre erranti se non fosse stata la pietà del Divino Rettore che, a beneficio degli uomini, scese qua giù in terra a patire nel corpo umano la passione sopra del santo legnio della croce, acciò che fusse rotta la barbarica legge de’ gentili, per liberarci dalla menzione de’ buggiardi dii e dalla forza del demonio che avea affatto vinta et occupata la vera via del ben fare, di conoscere chi ha creato ogni cosa et è Colui il quale è piacciuto fare la sua creatura in sembianza sua, et ha voluto ancora col mandare il suo figliuolo a patire per li peccatori, per superare la seconda volta quella invidia e malignità di quella iniquia superbia, che con Dio volle contendere et essere eternamente dannata nella profondità dell’abisso, che per aver rotte il Salvator del mondo l’infernal porte, spogliò l’abisso et ascese triomfante nel suo divino seggio, avendoci insegnato il modo di seguirlo là su, sopra delle stelle, e ci ha fatto conoscere e destare del perpetuo e penoso sonno che ci ottenebrava. Ora, avendo conosciuto quanto siano oppenione fallace e qual sia stata l’antica intenzione de tante imagini che fecero, par che per mezzo della verità ci potemo arrecare et accomodare questa gentilitia, non a fare altro che considerarla per uno ornamento e per intendere l’uso di quella moralità, come anco per memoria locale per ricordarci molti effetti di natura, e sapendo le cose passate meglio giudicamo le presenti, le quale con qualche ragione si aducono come l’aduceano anco gli uomini ingegnosi, ch’erano prudenti, che conoscevano in qualche parte Dio, sebene il rozzo popolazzo affatto era ingannato. Così, avendole conosciute, tutte possono essere tirate a gloria del Salvator nostro, laudando e facendo memoria delle buone azzioni e delle cattive ridersi, temendole e fuggendole, con l’opere umile conoscere et onorare quello che si ricerca in questa parte. [...]
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