Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 3)
Di Cerere, di Hera e delle Parche. Referisce tra gli altri Eusebio Cesariense quando contra Porphiro scrive che esso auttore, dichiarando le cose de’ gentili, disse che Cerere significhi la terra piana e larga produttrice di grano, e la imagine sua essendo coronata di spiche e avendo intorno alcune piante di papavero che mostrano la fertilità, e le facelle che ella ha nelle mani, denota la favola che di lei si racconta, quando sul carro tirato dai draconi andò cercando la figliola Proserpina rapita da Plutone, come dice Hygino tra gli altri, et Ovidio e Parthenio nell’Heroica. Discrive anco Pausania nelle cose Attiche che in un promontorio fertilissimo di essa regione era il tempio con la sua imagine fatta da Praxitele, secondo mostravano le lettere che avea scritte, a cui fece le spiche, i papaveri, le facelle e li draconi, secondo alcuni Scoliasta affermano [...].
p. 180 [c. 294r (=p. 581)]