Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 3)
[...] Mercurio dunque nella detta gemma che era del signor Giovanni Antonio Carafa era un giovene assedere su un monticello, con le ale nella testa e nei piedi, che tenea la cetra su la coscia, e davante erano tre sirene che con attenzione ascoltavano et azzennavano l’una all’altre come di quel suono che sentivano ragionassero; elleno aveano in mano le tibie, formate mezze donne e mezze ucelli, come la favola disopra le discrive, le quali come dice Pamphilo nella Cronica furono già meretrice, quando egli dice della presa di Troia [...].
p. 32 [c. 40r (=p. 75)]