Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 3)
nio, Plutarco nella vita di Demetrio, Tatio Alexandrino, Luciano in dui suoi dialochi, in quel di Minippo et in quel del concilio degli dii, e ne scrive ancora ilostrato et Eutropio, il quale dice, l’anno dopo che furono consoli Torquato e Fulvio Flacco, essendo grandissimi terremoti in Caria in Rodi, che quasi tutte le case si rovinarono, e tra le altre case quel gran colosso ch’era a Rodi. Se ne fa menzione appresso di Festo Pompeio, et ancora nel libro delle epigrammi greci nella prima del quinto libro in questa sentenzia: I Rodiani hanno la loro origine d’Ercole, et il loro colosso fecero in una vittoria che eglino ebbeno de’ nimici. Di moderni scrittori sono il Platina, il Sabellico, il Volterrano e Benedetto Bordone che racconta la favola sudetta, indegna di lui, con dire che ’l colosso di Rodi tenea appeso nel petto un specchio per lo qual i Rodioti vedevano le navi che partivano dall’Aegypto. Scrive ancora di quel colosso un certo francese, e questo non dice simili cose incredibili, né niuno delli sudetti antichi scrittori dicono che fusse nel porto, né etiandio con essi neanco il dice Paulo Diacono che scrive della portata via del bronzo.
p. 36 [c. 44r (=p. 33)]