Ligorio, Pirro
Antichità di Roma (Napoli, vol. 3)
De la Fortezza e de la Iustitia. Scrive Eustathio che la seconda pulcella della sudetta pittura era da discrizzione de la Fortezza, la quale era tutta armata, fuor che la faccia. Egli è ben vero ch’ella aveva gli occhi alquanto più fieri nel risguardar che non s’appartiene a una pulcella. L’elmo che avea su la testa era maraviglioso suo[i] ornamento, che a guisa di fulgure splendeva. Il petto era guarnito di un fortissimo scudo, e li fortificava le spalle di vestimento fatto a squame. La cinta sua era proprio come si conviene allo stato delle vergini, la qual per nome Mitra si chiamava, presso de’ Latini e de’ Greci. Le mani e l’altre belle membra di quella erano a simbianza di soldato armate, ma le mani erano dure in vista che parevano simigliare la durezza della quercia, benché le dita fossero secondo la condizione de la pulcella dipinte. In quelle parti che ella era ignuda chiaramente si conosceva ch’era tutta verginella armata, sì come quelle ch’erano d’arme coperte, si vedeva com’era una bellicosa fanciulla, perciò che nella man sinistra teneva un scudo bellissimo, e dalla destra un’asta lunga, lo qual si chiama il stile di Marte. [...]
p. 53
[c. 68r (=p. 129)]
Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ligorio, Pirro, Antichità di Roma (Napoli, vol. 3), Napoli, Biblioteca Nazionale, Ms. XIII. B. 3
Edizione digitale
Acquisizione
Carmelo Occhipinti
Codifica
Carmelo Occhipinti
Revisore
Carmelo Occhipinti
Data di pubblicazione
13/6/2023