Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 3)
Di Diana Buccoliasta, overo Lya. Aveano i Siciliani et i Salaminii la Diana cognominata Buccoliasta e Lya, che significa conservare e dissolvere i pericoli, la qual si dipigneva con un mantelletto sottile, tutto ventillante e dal vento trasportato, e con le veste alquanto lunghette, quasi a mezza gamba e crespe, e fatte a onde, cioè come un rocchetto di minute pieghe acconcio, come erano le veste che gli antichi chiamavano undolate, per la testura e crespezza che aveano ad onde repiegate e lavorate, con l’arco posto dentro al suo carcasso pieno di frecce appeso agli omeri, con una mano mena seco un ariete, et un’altra una capra, come la avemo veduta in quel cameo che è di Valerio scultore di gioie vicentino, et in un altro intaglio di un diaspro verde di Agnilino mazziere del papa. [...] La medesima o simile imagine avemo vista trovare in un dei teatri della villa Hadriana, la quale siede vestita di sottilissimi veli [...].
p. 57 [c. 74v (=p. 142)]