Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 3)
[...] La Fraude etiandio Lodovico Ariosto la discrive e dalla Discordia la fa mostrare adito di questa guisa, dicendo in una delle sue stanze: Un umil volger d’occhi, un andar grave, un parlar sì benigno e sì molesto, che pareva Gabriel che disse Ave. Era brutta e diforme in tutto il resto, ma nascondea queste fattezze prave con lungo abito e largo, e sotto quello attossicato avea sempre il coltello. [...].
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