Ligorio, Pirro
Antichità di Roma (Napoli, vol. 3)
Tu quoque dum rogitas, dum percontando moraris,/ elapsam disces me tibi de manibus. L’Occasione chiamano Occipete, perché è dea fuggevole, amabile, venerea, perché negli occhi porta una certa dolcezza attrattiva e movitiva et una certa grazia che bisogna andar per forza a pigliarla, altrimente fa l’uomo misero et infelice.
Della Fortuna e dell’Occasione. Un certo [...] chiamato Heraclide in uno anello portava il simulacro della Fortuna e dell’Occasione intagliate, e con li nomi loro, secondo avemo veduto nelle cose antiche che si vendono tra gli antiqualiri. La Fortuna è impiede, vestita, col corno dell’abondanzia e col suo gobernacolo con la palla sotto. L’Occasione era di dietro a questa su un’altra palla posta sopra d’una ruota col coltello in mano, come un falcitto, in atto di tirar di rovescio, dall’altra mano avea com’una borsa; che porti seco il falcetto è la mala Occasione di coloro che non la prendono per la buona via denanzi, e la borsa porta per quei che la sanno pigliare, pertanto in queste immagini si significa che quel’Heraclide l’avea condotta accasa la bona Occasione con la Fortuna, a cui dovea esser molto obligato. Apelle pittore, essendo interrogato per qual cagione avea sempre dipinta la Fortuna impiedi, egli disse perché non sa sedere, e con questo dimostrava agli Ateniesi che non se ne fidassero, perché sta sempre in viaggio. Dice Sophocle che la Fortuna agl’ingiusti favoreggia più che alli giusti, come demostratrice della sua potenza temeraria. La natura de la Fortuna è dea superba, ebbriaca et audace, come dice Luciano [...].
p. 61
[c. 83r (=p. 159)]
Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ligorio, Pirro, Antichità di Roma (Napoli, vol. 3), Napoli, Biblioteca Nazionale, Ms. XIII. B. 3
Edizione digitale
Acquisizione
Carmelo Occhipinti
Codifica
Carmelo Occhipinti
Revisore
Carmelo Occhipinti
Data di pubblicazione
13/6/2023