Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 3)
[...] E bene le dipinse Mario Equicola nella sua lettera: ben son le Grazie nude, che hanno fra tutte tre lor faccia simile e gioconda, onde le poi conoscere sorelle in ogni parte, le qual di marmo inchiude casa Colonna. Tutte tre son di età pari, e di egual bellezza, e stan con le faccie tra esse volte. [...] [...] L’uomo bello, dice Pamphilo Cesariense, e sano d’intelletto potrà avantarsi, però che in breve tempo perde il fiore, così egli deve mantener la bellezza con la memoria dell’animo, e la memoria è cosa celeste, madre delle Muse, sorella delle Grazie. La bellezza dell’animo è cosa celeste, quella del corpo è terrena, ma rappresenta la divina bellezza, che è bella di fuor, di dentro e nel mezzo fatta trasparente. [...]
p. 68 [c. 94r (=p. 181)]