Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 3)
Di Hercule. Nella casa di Lionardo scultore presso del palazzo di San Marco tra l’altre antichità raccolte da diversi delle cose di Roma per racconciarle, vi si vede una statua di Ercole molto fragmentata, ma perché fu di opera eccellente n’avemo fatta menzione, la cui imagine s’appoggiava sopra d’una clava, coperta dal spoglio del leone, fatta di mirabile artificio e con somma considerazione, perché i peli della pelle dell’animale con tutto che siano inanellati e crespi hanno una certa lassezza che paiono esser del morto animale e non di un vivo, come sogliono farsi da alcuni nostri scultori senza considerazione, al contrario dell’antichi che osservavano il decoro delle cose di natura, imitando quelle secondo sono, aiutandole con l’arte, non hanno preterito quel che il natural porge, o nella cosa morta, o nella viva; e che più è da dire dell’Ercole, il corpo del quale è sì ben ricercato che pare che faccia vergogna alla madre natura, tanto ch’io penso questa statua esser una di quelle che eccellevano per cosa singulare [...]. [...] Nello bellissimo et amenissimo giardino del cardinal di Carpi è un altro Ercole intero, con la mano sinistra si appoggia su la clava, e con la destra tiene i pomi di dietro la schiena nascosti, chiusi in mano appoggiando il braccio al fianco destro. Di questa maniera e della medesima
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