Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 3)
del leone e con la clava a guisa di quell’Ercole che significa la virtù filosofica che s’acquista da fanciullo, là onde i poeti hanno finto che Ercole pigliava i fanciullini che gli piacevano e gli avvoltava nel spoglio del leone e li faceva diventar invulnerabili, come avemo detto in più luoghi della nostra fatica. Ercole tra gli altri fece invulnerabile Achille, figliuolo di Peleo, ma perché non li trovò con la pelle le piante de’ piedi per quelle fu a Troia a tradimento ucciso da Paride figliuolo di Priamo, sì che la imagine rappresenta la virtù ammaestrativa. [...] [...] In Campidoglio un altro di bronzo assai maggiore che ’l naturale, con la mano destra tiene la clava, con la sinistra i tre pomi hesperidi, la effigie di esso è giovane e sbarbata, la quale fu trovata presso del Circo Massimo e del Foro Boario, nelle rovine del tempio di Ercole di Evandro. Un’altra imagine di Ercole fanciullo bellissima era a Roma, che sta in genocchioni con un braccio alto e col sinistro appoggiato verso terra, con dui serpi e ciascuno strangola avendogli uno per mano presi per la gola. Questo fu trovato circa il Foro Boario, e donato ad Hippolito cardinal di Medici, inclito signore, e dopo la morte del quale fu in diverse mani traportato, tanto che fu locato in Palazzo da papa Iulio terzo, ultimamente papa Pio quarto l’ha donato al nuovo cardinal di Medici e mandato a Fiorenza, cosa nel vero rarissima et ottimamente imitato, simetricamente, che così fanciullo demostra l’Herculea forza.
p. 86 [c. 117v (=p. 228)]