Ligorio, Pirro
Antichità di Roma (Napoli, vol. 3)
Di Argo e di Giunone, di Giove e di Io. Argon è nome del figliuolo di Panoptes, cognominato da’ Greci tutto occhi, il quale da Iunone fu costituito guardiano della figliuola di Inacho, la quale Giove avea mutata in giovenca, il quale per comandamento di Giove fu ucciso da Mercurio, onde ne fu cognominato Argeiphontes, et essendo morto i suoi occhi Iunone commutò in ornamento delle penne del pavone suo ucello, secondo scrive Ovidio nel primo della Metamorphose, et i Mythologici interpretato Argo nell’essere la [s]phera i suoi occhi, celeste stelle, perché i poeti quei fingono in stelle rilucenti o vogliono che la sua figura sia il sole, il quale chiamano Argon dal colore chiaro biancheggiante del giorno e dalla velocità, opure perché col discostarsi dalle stelle, facendo la notte, fa lucere quelle e, venendo il giorno, le abaglia dalla sua chiarezza e falle sparire, come dice Macrobio nel primo de’ Saturnali al capo decimo nono, et il Sole fu anco cognominato Argeiphontes, perché uccide le stelle quando è giorno, e vogliono che Mercurio et il Sole siano fratelli [...]
p. 94
[c. 132r (=p. 257)]
Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ligorio, Pirro, Antichità di Roma (Napoli, vol. 3), Napoli, Biblioteca Nazionale, Ms. XIII. B. 3
Edizione digitale
Acquisizione
Carmelo Occhipinti
Codifica
Carmelo Occhipinti
Revisore
Carmelo Occhipinti
Data di pubblicazione
13/6/2023