Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Napoli, vol. 3)
Di Giove, d’Apolline e de la Verità. Erano tre imagini intagliate in un diaspro rosso di monsignore Agnelo Colozio, due assise et una impiedi. Le due che sedevano erano Giove col fulmine e l’aquila. L’altra di Apolline con li raggi in testa e la lira in braccio, il grifone appiedi; la terza era secondo il nome scritto VERITAS, figliuola di Giove e de la Luce, la quale era vestita di sottilissimi veli, col corno pieno di frutti in braccio. [...] De la Moderazione. Moderatio è una imagine d’una donna bellissima, di aspetto formosa e vestita di tunica simplice, cinta sotto le mammelle, e con un mantello con la destra sua tiene un freno da frenar cavagli, con la sinistra un scettro, con una Intelligenza accanto che le mostra una bilancia la quale è come una simplice donzella con le ale alle spalle, come si dipingono le Hore. Di questa guisa è intagliata in una pietra di lapis amatite di colore scura la quale ha Valerio bolognese in vendita intagliator di camei, la quale tiene tra le altre pietre deliziose che ha dell’antiche opere. [...] Del Taerremoto. Avea il sudetto intagliatore un altro antico impronto in una pietra negra e biancaccia di sopra, dove è una imagine come di un gigante mezzo uomo e mezzo dracone, nelle gambe e coscie, con un volto fiero capigliato e barbato, con le braccia lacertose di uomo, che con ambe le mani par che uscendo da ’na grotte svuota il monte di donde nasce fuoco e acqua, e par che demostri di spinger in ambe le parti il foro che ha fatto nell’uscir della terra. Sopra del monte sono come castelletti che rovinano et avante alcuni arboscelli e scogli caduti atterra. La qual imagine non so se sia un termoto o pure i giganti che scuoteno l’Aetna, o ’l Vesuvio, ché tutti sono monti che di spessi terramoti tremano molte fiate, e penso che colui fece ciò per demostrar l’arte più che per altro nell’intaglio di cavo.
p. 97 [c. 135v (=p. 264)]