Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Parigi)
Del tempio di Saturno. Grandi errori hanno fatti tutti i scrittori dell'antichità i quali, tirati o dalla gloria o pure dal guadagno, hanno referito di molte falsità agli uomini che si dilettano di conoscere al nostro secolo la grandezza delle cose passate e di Roma e d'altri luoghi degni di memoria et essere conosciuti. E questi loro granci che hanno presi è stato per le troppo frettolose osservazioni, et essere anco poco o niente dotti nell'architettura dell'edificii; niuna cosa drittamente hanno potuto osservare et, in luogo di andar vedendo le cave che si fanno delle cose antiche, a loro modo hanno ingannato il mondo. Laonde per non cadere con loro ho voluto trent'anni continui osservare i luoghi de' scrittori con li cavamenti che si usano di fare le antichità, semo venuto a tanto che ne avemo potuto toccare con mani la più parte delle memorie delle cose belle, e tra l'altre del tempio di Saturno, o vero aede che serviva per erario del tesoro de' Romani: avemo osservato il luogo, la forma dove e come esso era nel tempo della grandezza romana, del quale dirremo in questo luogo come l'avemo veduto. E dopo discriveremo dell'auttorità de' buoni scrittori antichi, e ultimamente racconteremo la falsità di coloro che hanno scritto il falso. Cavandosi dunque nel quinto anno del pontificato di papa Clemente settimo sotto la rupe Tarpea, in capo del vico Iugario, furono trovate alcune colonne di tivertino striate e stuccate dell'ordine corinzio, non tigliate come sogliono essere le frondi dell'acanto, ma erano li suoi capitelli sodi e garbatamente fatti, e con esse furono trovate due tavole di bronzo scritte, l'una era delle cose delle leggi, come il precone, cioè il chiamatore si dovessi valere della sua autorità presso il questore. L'altra era delle cose concesse dal Popolo Romano ai Thermensi della città di Pisiadia. E questa e l'altra tavola furono donate dal cardinale Hippolito de' Medici al cardinale della Valle, e finalmente dopo la morte di essi signori sono venuti per eredità in casa de' Crapanichi gentiluomini romani. E queste l'avemo ritrovate e poste nel libro dell'inscrizzioni [...]. Così dunque questa tavola con queste parole ce insegna che quel muro dove fu trovata con l'altra tavola era nella aede di Saturno, e questa parte che in quell'ora che si cavò è nella parte di dietro della chiesa di San Salvatore in Astatera, sotto la Rupe Capitolina, questa fu la prima cognizione di esso tempio. Dopo, in succession di tempo sotto del ponteficato di papa Paulo quarto, cavandosi dell'altra parte della suddetta chiesa, incontro dell'ospedale di Santa Maria in Portico et avante la chiesa di San Salvatore, appunto sotto il colle dove soprastava la Rocca Capitolina in vico Iugario, furono trovate altre memorie del portico di esso tempio, fatto di ordine exastilo, cioè di sei colonne in fronte di sasso tivertino, stuccate e striate e corinzie, come erano quelle ch'erano nella parte di dentro del tempio [...].
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