Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Parigi)
Del titulo de la Croce di Chrysto. Per esser la chiesa di Santa Croce in Hierosalemme assai vicina al tempio di che s'è ragionato, mi è parso debito mio il far menzione di quella reliquia gloriosa che è in essa, cioè il titolo de la croce de Christo Salvator nostro, ché se io ho con tanta diligenzia e fedeltà ricercate le antiche reliquie de' Romani, e quelle con ogni mio potere ingegnatomi di publicare al mondo, quanto debbo maggiormente trattar di quelle cose che la nostra religione s'appartengono, de' quali oltre alla dignità dell'esser loro, sono non meno per l'antichità reverende, che le altre di che abbiamo più volte fatta menzione, sì che neanche da l'ordine cominciato mi parto, ma quello parmi ottimamente seguitare. Dico dunque che in questa chiesa si ritrova quello istesso titolo che, pendendo il Signor nostro da la croce, gli fu posto sopra del capo, con lettere che dicono ch'egli è Giesù Nazareno re di Giudei, scritto in tre lingue, ebraica, greca e latina, le quali lettere io pongo qui sotto: sono invero assai goffamente scritte, sì come di birri venieno, e sono in una tavoletta la quale è molto consumata per l'antichità e dai tarli, e da la polvere in parte offesa. Anzi tutta che non si conosce di che sorte legno ella si fusse, pur tuttavia è per durare ancora per molti anni, se per sorte il malo essempio che a questi giorni fu non si seguitasse, cioè che una gran donna per esser figliuola dell'imperadore e parente del papa ardì di cavarne alcuni pezzetti, e quelli acconci in forma di crocetta se ne fece un pendente da portare al collo. Come questa santissima reliquia venisse, a me non è molto chiaro; pur la comune opinione è che dagli imperadori costantinopolitani fusse in questa città portata, la qual si può per molti rispetti credere a quel nome, dunque, di che essa fa sempre menzione, sia sempre onore e gloria.
p. 108 [p. 294]