Ligorio, Pirro
Antichità di Roma (Parigi)
Dell'isola del Tevere sacra a Esculapio. Il presente disegno è l'isola Tiberina, che oggi è detta di San Bartolomeo, la quale si fece l'anno che furono cacciati i re di Roma, per la putrafazione del grano che era stato segato da li campi di Tarquinio Superbo, e per cagion di religione non si devea mangiare, onde fu gittato in quella parte del Tevere, e dove si fermò poi vi fu cominciato a edificare sopra, talché in successo di tempi vi furono fatti di bellissimi tempii con portici, come il tempio di Fauno, Bericinthia, Esculapio, e di Giove, il che si prova per l'autorità di Ovidio nelli Fasti, per Livio e per Publio Vittore e Sesto Rufo. Plutarco tiene un altro opinione dell'origini dell'isola, dicendo per certa autorità che la detta isola ebbe prima principio perché, quando Tarquinia lasciò un campo a quel loco vicino, fece menzione dell'isola Tiberina e fu questa Tarquinia vergine della dea Vesta, la quale perciò fu molto dal popolo onorata, e sola de tutte le femine puoté essere idonea a testimonio, e datole licenzia di potersi maritare, secondo il costume delle vestali, il che ella non accettò, et osservò severamente la religione appresso alla detta dea. Tale opinione non è molto importante, perché si tiene per fabulosa. Ma tengono per certo quel successo del grano e dagl'alberi tagliati dalli campi di Tarquinio, i quali erano tra le mura della città et il Tevere, secondo Livio. E dopo, essendo i Romani oppressi da crudelissima peste, dubbitarono che fusse per aver offesa la religione perché Papirio combatté e vinse i Sanniti contro al voler dei Pullatii, e degli Aruspici, e per questo dice Livio che per il detto de' Libri Sybillini fu dato ordine e mandato in Epidauro per Esculapio, lo quale venne dentro ad una nave, over trireme, nell'anno quattrocento sessantuno dalla edificazione di Roma, e nel venire avendosi eletta quest'isola per stanza nel modo per che si legge con quella forma di serpente, fu a suo onore edificata in forma di nave, o pur come altri vogliono a onor di Bericinthia o Cybelle. Pur sia come si vuole, chiaramente costa che fu fatta in forma di nave, di sasso di Tivoli quadrato da l'un dei lati della parte più appresso l'angolo de la nave. Per più chiarezza ho disegnata la effigie di Esculapio la qual si vede oggi in essa nave, e quelle poche vestigie integri del sporto e cornice d'essa nave mostrano questa forma disegnata. Li dui ponti con tutto il corpo dell'isola sono longhi quanto è longa la nave, secondo ho potuto misurare, e secondo ne referisce Procopio. Delli dui ponti l'uno si congiunge con Roma, l'altro con la regione Trasteverina. Vi fu oltre alle altre cose sopradette un simulacro ad onor di Simon Mago, come testifica Tertulliano. Eusebio e Pamfilo affermano che Iustino martire cittadino romano scrisse ad Antonino Augusto quasi in questo tenore dicendo: dopo al nostro Signore Gesù Cristo, in questa città che tiene l'imperio di tutte l'altre, fu consacrato fra gli altri dei un certo Simone Sammarita, di una contrada chiamata Egypto, essendo in quel tempo imperatore Claudio Cesare. Costui fattosi grande per mezzo de l'arte magica e con l'aiuto de' demoni ingannò molte persone [...].
p. 111
[p. 305]
Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ligorio, Pirro, Antichità di Roma (Parigi, ms. it. 1129), Parigi, Bibliothèque nationale de France., ms. it. 1129
Edizione digitale
Acquisizione
Carmelo Occhipinti
Codifica
Carmelo Occhipinti
Revisore
Carmelo Occhipinti
Data di pubblicazione
13/6/2023