Ligorio, Pirro
Antichità di Roma (Parigi)
da Egio da Spoleti, a' dì nostri nelle buone lettere consumatissimo, il quale ha scritto con utile et ingenioso commento sopra di esso Vittore. Li scritti dunque di questi due antiqui scrittori ho considerati e seguitati io ne la division de la città, come quelli che più destramente degli altri ne hanno parlato, rendendo con l'ordine e collocazion loro ad ogni corpo i suoi membri, con quelle più giuste misure che s'è potuto in tanta alterazion di cose e de' tempi, a' quali s'è parimente avuta debita considerazione e risguardo e conferito con dottissimi e giudiziosi uomini le cose dubiose e l'oppenion degli altri, e le mie sopra quelle, e mi son servito più che degli altri del padre Ottavio Pantagato dignissimo e reverendo in ogni sua azzione, e massime nelle greche e latine lettere. Mi disposi a voler scrivere de le antiquità di Roma, principalmente, e dell'altre di fuori, abbracciando tutte le cose degne di memoria, e sforzandomi non pur dichiararle con le parole, ma ancora disegnarle e porle avanti agli occhi con la pittura. Ne la quale impresa avendo già con perpetuo studio e continue vigilie consumati molti anni, et essendomi ella, come per lo più adiviene di tutte le nazioni umane, riuscita molto più difficile e lunga che da principio imaginato non m'era, così per la fatica grandissima come per la spesa intollerabile a la mia fortuna (che viva!), ho pensato, mentre che per più non potere l'opera maggiore induggia ad aver la sua perfezzione che per avventura non sia da riprendere, che intanto io non dia alcun saggio a quelli che avendone udito ragionare l'aspettano con desiderio. Raccolte adunque e messe insieme le cose più nobili di Roma, e di alcuni altri luoghi male intese dai moderni, ne ho fatto un picciolo libretto e chiamatolo Paradosse, parendomi che questo nome li convenga, per esser scritto contra la commune oppenione degli altri scrittori de' nostri tempi e non perché io intenda, come soglion far gli altri in così fatti trattati, per forza d'ingegno di provare il falso, credendo io, et ingegnanomi di provare il vero, sì come leggiermente potrà conoscere chiunche vorrà senza animosità giudicare s'io rettamente con bone auttorità proveremo il fallo inveterato delli scrittori ch'hanno a caso falsamente scritto confondenno l'auttorità degli antiqui et ottimi scrittori con loro mal trattate invenzioni, e male intese da loro, quasi in ogni parte oscurato il vero.
E per dar principio a queste nostre paradosse, ci faremo primieramente dal Foro Romano, come da luogo nobilissimo e celebratissimo, e de la cui falsa collocazione molte altre son nate. Et appresso procederemo a le altre cose, secondo che esse ci si pararanno davanti, non potendosi in ciò servare un ordine continuato di luogo in luogo e di cosa in cosa, secondo il collocamento loro.
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Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ligorio, Pirro, Antichità di Roma (Parigi, ms. it. 1129), Parigi, Bibliothèque nationale de France., ms. it. 1129
Edizione digitale
Acquisizione
Carmelo Occhipinti
Codifica
Carmelo Occhipinti
Revisore
Carmelo Occhipinti
Data di pubblicazione
13/6/2023