Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Parigi)
[...] Qui abastando aver detto dell'ordine e delle cose principiate et incaminate alla grandezza di Roma, delle quali dirremo a una ad una dopo che avremo detto delle porte e delli colli ristretti e cinti di muro nella città, e secondo l'ampiezza delle cose aggiunte da Romolo, da Tazio, da Numa, da Hostilio, da Anco Marzio, da Tarquinio, da' consoli, dagli imperadori, insino al sesto Constantino, discorreremo nella nostra opera toccando tutti gli edifici publici e privati, purché siano degni di istoria o de altra degna memoria, acciò che i successori di Romolo con esso abbino l'onore e gloria, così volesse Iddio che fusse tale, che per le tenebre ch'io camino trovassi la via di drizzar me con gli altri per la dritta via, la quale sempre ho caminato, ventisei anni continui sempre osservando le vestigia delle reliquie ritrovate nei luoghi dove prima furono fundate, e sì come le avemo vedute e considerate, così l'avemo poste in luce e scacciate via le buggie de molti che hanno scritto il falso, i quali per esser solamente litterati, non hanno potuto penetrare là dove è il medollo della cosa convenevole, perché alcuni, essendo novizii in questa città, hanno confuso i luoghi dei colli della città oltre all'altre confusioni che hanno fatte dell'altri luoghi; altri non osservando se non li scritti de' libri, e non avendoli confrontati con le cose che si trovano, sono caduti nelle medesime discordie; altri scrivendo fuor di Roma hanno detto di loro fantasia delle cose a loro modo; alcuni altri che non hanno avuta chiara cognizione dell'architettura, hanno pigliato uno edificio per un altro, e quello che era di un dio lo danno all'altro, che non se le conviene. Così alcuni per ostinazione, altri per altra via più discosto dalla verità hanno sgarbatamente referito quel che non sapevano. Per tanto, sì come la sorte ha voluto di questa città regina et epitome di tutte le cose belle, che sia dalle mani et incendii barbarici disolata così, anco, non sazia, par che abbi voluto ritrovare quelli che l'hanno confusa. Ma alfine la somma bontà che ha posto nell'intelletti di alcuni di fabricare, hanno scoperti molte memorie delle quali noi avemo ritratto il più vero e più simiglievole alla verità, valendoci delle medaglie, de' marmi e delli stessi edifici, con questo concordando le buone auttorità de' scrittori illustri, ne avemo fatta questa bozza la quale i curiosi et ingegnosi uomini potranno correggere et affermare il vero con più perfezzione [...].
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