Ligorio, Pirro
Antichità di Roma (Parigi)
E che le porte siano state alterate e poste in altro sito secondo le mura fatte da' papi, se ne può dire qui ciò che n'avemo trovato nel Libro Pontificale. Gregorio papa secondo, nel suo ponteficato, si trova che concesse le calcare a Roma per far calce, e rifece li muri della città dalla porta di San Lorenzo verso l'altra parte, ma non poté far tanto che facesse tutto quel che avea designato, onde il muro restò imperfetto.
Grigorio papa terzio fece la chiesa di San Pietro e Marcellino in via Lavicana infra dui lauri, come dice il Martyrologio appresso a' Laterano, la quale vedemo discosto assai da San Giovanni per la via che dall'Amfiteatro di Vespasiano conduce alla Porta Maggiore, lasciando la chiesa a destra de la via. Questo papa, ancora costretto dalla necessità, restaurò i luoghi della città secondo si veggono poste le sue arme nelle muraglie, et in alcuni luoghi drizzò et abbreviò i muri, ove serrò alcune porte e mutò i siti loro, e come si vede che dai pontefici o dalla bona voluntà dei cristiani chiamarono molte porte dai nomi de' santi che hanno chiese fuore delle porte o vicine a esse, come la porta di San Pancrazio, quella di San Sebastiano, quella di San Pavolo, quella di San Giovanni, quella di San Lorenzo, quella di Santa Agnese e quella del Popolo detta de Santa Maria dispensatrice del Popolo Romano, alla cui totela fu consecrata a pié della porta Flaminia.
Così per queste opere pigliando questo per conclusione, che la certezza delli muri e porte sono molto lontano da quanto mai se ne potesse sapere o mai dire dell'antica forma, per ciò che oltre a' tanti che prima refecero le mura nei tempi vicini a noi, e nei nostri istessi, sono mutate, ristrette, e di due porte fatta una, come è dal lato della porta Pia detta di papa Pio quarto suo edificatore, in capo alla strada che già dagli antichi fu chiamata Alta Semita sul Quirinale.
Papa Nicola, Iulio secundo, Clemente settimo et Innocenzio [vacat] e gli altri riconciatori e repezzatori molte porte serrarono e molto del sito restrinsero, guastando il disegno e recandole tuttavia più brutte a vedere e più breve e malforti, e refacendole di trista materia che da loro stessi si roinano. Ma ai giorni nostri avemo vedute due alterazioni, l'una dei muri, che voleva fare Papa Paulo terzo, e Roma, li bastioni della maladetta guerra presa per dissordine e malconsegliatori da papa Paulo quarto, dove accrescendo la città con grossi bastioni di terra, dove sminuendo con li medesimi aggeri il sito alla città, spianarono i merli dell'antiche mura tagliando per traverso dal mezzo in suso l'Amfiteatro Castrense, opera degnissima ancor che fosse di fabrica laterizia e non molto ben lavorata, e fu cagione di repezzare i muri non di quella forma che erano, ma di un'altra estravagantemente. Ebbero oltre a ciò a gittare per terra quella divotissima chiesa di Santa Maria del Popolo, e l'aveano buttato atterra già il monasterio ch'era di grandissima spesa, quando consigliando i capitani il gettar la chiesa Iddio mandò la sua pace in terra, acciò che fusse quel santo luogo rispettato dai mal cervelli che consigliavano si gittasse, ma Iddio per sua somma giustizia non solo pacificò la bona voluntà del santo pontefice, ma ha permesso che venghi chi gli ha dato il castigo, certamente, avendosi a fortificare la città da papa Paulo terzo: si vidde anco un altro miracolo, che volevano spianare alcune chiese
p. 52
[p. 85]
Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ligorio, Pirro, Antichità di Roma (Parigi, ms. it. 1129), Parigi, Bibliothèque nationale de France., ms. it. 1129
Edizione digitale
Acquisizione
Carmelo Occhipinti
Codifica
Carmelo Occhipinti
Revisore
Carmelo Occhipinti
Data di pubblicazione
13/6/2023