Ligorio, Pirro

Antichità di Roma (Parigi)
che fanno come un cavalliero alla città, non fu concesso di potere seguire le mura cominciate, le quali nel vero era cosa laudabile a rifarle di nuovo tutte di miglior forma, o con bellissima architettura più tosto che utile, secondo l'ordine del fortificare le città, ma di grandezza e di gran mostra. Era magnifica fabrica, e chi le vede di fuori pareno maravigliose, di gagliardia e di bellezza degne della città, tempio e domicilio de' santi. Ma poi che è piaciuto ancora a Dio che non siano viste finire, non per nostra colpa, stringerò le spalle come in l'altre cose ch'io soporto al mondo, e ringraziando Colui che il tutto dispone, che abbi posto in cuore a papa Pio quarto che le ha cominciate a fare di più splendida forma, se bene i ministri poco amici delle antiche istorie con rifar queste confondeno l'altre porte acciò che la istoria mai per niun tempo se ne possi credere il vero. Semo certi in questa nostra età che il principe et il popolo romano ha voglia di fare cose di laude degne; ma la sorte vuole che alcuni di poco animo, per avere poco ingegno, dispreggiando l'antiche memorie, desolano le cose che gli si porgano avante, peggio che barbari; né si può parlare, et ancora che vi siano dell'uomini ingegnosi e degni, e che conoscono il vero, non son chiamati, non se adoprano quei che meritano, perché i favori traversano ogni dritta via e la storcono, là dove si trova la dissoluzione e la rovina di tutte le belle cose. Ora, tornando alla bona memoria di papa Paulo terzo, fu di tanta stima il principio della fortezza che aveva principiata attorno della città, che si teniva che certamente che se ivano a perfezione e seguitate dagli altri pontefici seriano state celebrate per opera di gran maraviglia e degne del nome di Roma, et in onor di esse meritatamente se doverebbeno sculpire su le porte, come volevano fare, questi due epigrammi del Molza, poeta chiarissimo ai tempi nostri: hos si vidisset muros ferus Hannibal olim fudisset tales ore tremente sonos. Imperii domus alta tibi iure omnia caedant arma decet gentem vincere Marte satam. Durior ingruerit casus si forte recepti Aeneadas patrias quo tueantur opes? Aeternam Paulus firmavit moenibus Urbem, et dedit externas temnere posse minas. Barbare caede hostis susceptaque taelare conde et noris moles has posuisse deum. Cingere aeternam Paulus cum moenibus urbem, his oculos summa relicit arce pater, et subito eductas miratus surgere moles, talia divino petctore dicta refert. Cum caelum qua teret bello titania pubes his supernum potuit non timuisse cohors.
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