Ligorio, Pirro
Antichità di Roma (Parigi)
Dell'ara di Ercole e delle Charite. [...] Secondo quella inscrizzione che vi fu trovata di marmo, che fu scavata dalle ruine delle carceri del Circo Massimo presso il granaro de' Gracchi, et il sasso fu portato d'indi in casa de' Farnesi per mezzo di Antonio di Sangallo architetto di San Pietro [...].
Dell'Ara di Giove et Ercole. Nell'ultima parte dell'Esquilie, poco discosto alla Porta Maggiore, dentro della città per la via che si chiamava Prenestina, fu trovata l'ara di bronzo rotta in molti pezzi, nella quale si leggeva nel zocco che avea di marmo come era consagrata a Giove Sereno et a Ercole Vincitore, in questa forma ARAM AEN. IOVI SERENO ET HERCULI VICTORI COLL. AUR. Quivi erano altre parole ma per esser state rotte col scalpello dalla iniquità degli uomini non n'ho potuto cavare altro che quanto qui ho referito. Il sasso fu portato nella stanza di papa Giulio terzo dove è stato affatto guasto per farne altri lavori, tutto per nigligenza di quei ch'erano soprastanti alla fabrica per la poca cura che n'hanno i Romani in conservare l'antiche memorie dei loro antecessori.
p. 73
[p. 137]
Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ligorio, Pirro, Antichità di Roma (Parigi, ms. it. 1129), Parigi, Bibliothèque nationale de France., ms. it. 1129
Edizione digitale
Acquisizione
Carmelo Occhipinti
Codifica
Carmelo Occhipinti
Revisore
Carmelo Occhipinti
Data di pubblicazione
13/6/2023