Ligorio, Pirro
Antichità di Roma (Parigi)
Perché la musica s'adoperava nei sacrifici [...]. Gli antichi in tutti i sagrificii fatti da loro usarono istrumenti musicali o pure canzoni, con timpani et altre cose che toccate rendeano suono, come sono bacini e ferri. Macrobio, nel libro secondo del sogno di Scipione, dice che le Muse siano canto et armonia del mondo, cioè del cielo, e che i rustici uomini etiandio lo sanno, e gli altri dotti han detto che le Camene, cioè esse Muse, si chiamano quasi Canenae, cioè cantarine, da cano che canto significa. Per questo, dunque, gli teologi confirmando che 'l cielo canti hanno accompagnato li sagrificii con li suoni de la musica, quali consonanzie presso d'altri si fan con la lira, et appresso d'altri con la cetra, e presso d'altri con le piffare, fiauti e con altri musici instrumenti. Negli istessi hymni, o vogliamo dire canti degli dii, per conversione e contraversione poetichi componimenti in versi musici vi aggiungevano, accioché [...] s'intendesse il moto contrario de li pianeti, che si muovono a contrario del cielo stellato, da questi dui moti il primo hymno nella natura se abbia da conservare a Dio, se è preso principio. [...]
p. 84
[p. 167]
Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ligorio, Pirro, Antichità di Roma (Parigi, ms. it. 1129), Parigi, Bibliothèque nationale de France., ms. it. 1129
Edizione digitale
Acquisizione
Carmelo Occhipinti
Codifica
Carmelo Occhipinti
Revisore
Carmelo Occhipinti
Data di pubblicazione
13/6/2023