Ligorio, Pirro
Antichità di Roma (Parigi)
Il Sole e Bacco, secondo dice Macrobio, è uno iddio istesso e si chiama Bacchapollo, perché quando il Sole è dall'antipodi si diceva Bacco, e quando luce a noi è Sole, del che avemo detto in altri luoghi. Le cose che furono sacrificate al Sole erano vittime bianche e maschi, come dice Dindymo. Al Sole così s'osservava perché egli è lucente e maschio, a cui se gli conviene cose bianche e maschie, come dice Giuliano imperatore. Gli sacrificavano i cavalli bianchi, i porci et arieti del medesimo colore, con le corna indorate [...].
Di Marte. Ancora che Marte, secondo la fisica de' gentili, fusse il medesimo iddio, come dichiara Macrobio, che è il Sole, facevano particolar sacrificio sotto il nome di Marte, e lo chiamavano Pacifero, Ultore, Bisultore e Vincitore prestantissimo. Quando gli sacrificavano come a Vendicatore, par che gli porgessero vittime umane, e quando Vincitore le cose che si devono alla Vittoria, e quando Pacifero il tauro e l'altre cose che si consacravano alla pace. Ora, degli animali che ad esso si soleano imolare, dice Fulgenzio, in una epistola a Chalcidico, che Diophanto Lacedemonico, qual scrisse delli sacrificii delli deii, dice che era usanza presso degli Ateniesi un sacrificio chiamato da loro ecatomphoneuma, cioè la morte di cento, perché s'alcuno avea amazzato cento nimici sagrificava a Marte un uomo nell'insola Lemno, il che poi dispiacque alli Ateniesi, cominciarono ad offerirgli un porco castrato, il che dice Fulgenzio etiandio.
p. 87
[p. 191]
Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ligorio, Pirro, Antichità di Roma (Parigi, ms. it. 1129), Parigi, Bibliothèque nationale de France., ms. it. 1129
Edizione digitale
Acquisizione
Carmelo Occhipinti
Codifica
Carmelo Occhipinti
Revisore
Carmelo Occhipinti
Data di pubblicazione
13/6/2023