Ricci, Amico
Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona
Nostro Signore. La chiesa di cui teniamo discorso si conserva anche nell’antica sua struttura ed è delle pochissime che l’abbiano potuta ritenere. Essa ha metri di lunghezza totale 41 e di larghezza metri 14. Non era ancora sottentrato l’Arco a sesto acutoarco di sesto acuto al Arco a tutto sestosemicircolare, e perciò vedesi questa reggere da grandi pilastri, che nelle sproporzionate loro forme denotano quella decadenza che l’architettura ebbe in questo periodo. Ritenevasi ancora, in alcuni edifizi di que’ tempi, il costume di mantenere oscure le chiese, e questa in fatto non ha che finestre strettissime, che noi meglio diremmo troniere, o feritoie; ed un tal uso tenevasi non perché nell’orare stessero i fedeli raccolti, come opinano alcuni, ma per imitare le antiche catacombe, dove i primitivi cristiani s’adunavano ad evitare le persecuzioni degli imperatori e a celebrare i santi misteri. È però più probabile, che l’uso di aprire tali feritoie fosse introdotto nella gotiga invasione, come quella ch’ebbe molta parte a generalizzare le usanze del settentrione. In fatti Costantino e Teodosio, primi fondatori delle chiese cristiane, avendo preso ad esempio le romane basiliche, ritennero certamente l’ampiezza ancora delle finestre, d’onde sì all’uno che all’altro genere d’edificio deriva una certa dignità ed eleganza, non disgiunta da una notabile utilità. Imperocché la copia della luce, oltre al destare una innocente allegrezza e conciliare rispetto verso coloro che assistono alle opere di religione e di culto, giova ancora alla facile lettura de’ sacri codici e de’ libri di divozione cui attendono i sacerdoti ed i fedeli.
È la chiesa sudetta divisa in due piani e dal primo al secondo si sale per una spaziosa scala di venti gradini. Il piano superiore viene sostenuto da varie forme di pilastri e di colonne, le quali dividono la larghezza totale in tre parti, lasciando più ampia quella di mezzo, e portanti degli archi e delle volte a crociera. Nella parte posteriore del piano indicato si trova la così detta cripta semicircolare nel medesimo modo architettata, ed ivi si hanno diverse nicchie per uso delle arche de’ santi. Il secondo piano ha una grandissima elevazione che contermina con un’impalcatura. A capo della navata di mezzo si trova l’unico altare, immediato al
p. 13
[17]
Edizione cartacea
Informazioni bibliografiche
Ricci, Amico, Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona, Macerata, Tipografia di Alessandro Mancini, 1834
Edizione digitale
Acquisizione
Marco Pochesci
Codifica
Marco Pochesci
Revisore
Marco Pochesci
Data di pubblicazione
30/6/2024
Revisioni all'edizione digitale
Revisore
Marco Pochesci