Ricci, Amico

Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona
l’architetto della nostra chiesa, poiché in essa non vedesi alcun vestigio di confessione. La porta maggiore è ornata di vari cordoni strettamente fra essi legati, e con un semplice timpano che ne compie la facciata. Passò questo luogo da monaci al possesso di vari cardinali comendatari, e per essi soffrì variazioni rimarcabili e ne fu distrutto l’annesso monasteroAnnali Camaldolesi, tomo I, pag. 310.. Com’era sulla riva dell’Esino il monastero di Sant’Elena ci è nota l’esistenza pur anche d’altri cenobi i quali, per la massima parte, tutti presentano il medesimo stile. Parlerò in fine di un altro monastero che non è meno interessante dei fin qui ricordati, ed è quello di Sant’Urbano, situato nel territorio d’Apiro, alla sponda del fiume Esinante. La chiesa di Sant’Urbano, lunga metri 32 e larga metri 16, è divisa in due parti: la parte superiore, a cui s’ascende per vari gradini, ha tre navate ed un solo altare consacrato da Ugo vescovo camerinese a sant’Urbano, come dall’iscrizione che si legge nella parete esterna della chiesa dappresso alla porta principale – Anni Domini Centum Undecim perdonantia Trigesima Martii Decem Septem Annorum, et Septem Quarantenis – Sopra l’epistilio del lato sinistro dell’altare si distende come una cornice di pietra in cui si vede scolpito da rozzo scalpello il transito di sant’Antonio, con l’immagine di san Paolo primo eremita e di un lione che scava la terra per la sepoltura dell’Uomo Santo. Tal sorta di sculture, benché goffe e barbare quanto mai, sono però da tenersi preziose, siccome rari monumenti per la storia delle arti in quei secoli infelici. Imperocché se non può negarsi che la scultura degli ornati, singolarmente in Italia (anche ne’ periodi più tenebrosi dal VI al XI secolo), siasi mantenuta talvolta in condizione plausibile, quella della figura umana decadde del tutto persino nei bassi rilievi. Non è dunque a maravigliarsi, se ancora quelli di che discorriamo, i quali sono certamente del secolo XI si trovino di una conformazione che corrisponde all’eccessiva decadenza della scoltura. La parte inferiore di questa chiesa è divisa in tre navate, i cui archi conterminano in acuto. Essa non ha cosa degna da vedersi tranne un ambone di marmo bianco, il
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