Ricci, Amico

Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona
alzata in Europa, dice il lodato cavaliere di San QuintinoCordero di S. Quintino, Architettura Longobarda, ragionamento citato pag. 172., deve ritenersi quella della cattedrale di Pisa. La memoria più antica che si trovi nelli scrittori di questa chiesa, oltre alla lapide posta nel sepolcro di san Marcellino, è nella vita di Alessandro III, il quale essendosi condotto in Ancona nel 1177 in compagnia dell’imperatore Federico I e del doge di Venezia, concesse varie indulgenze alla detta chiesa quand’ella conservava il titolo di San LorenzoANNO D. MCXVII FUIT TRASLATUS EPISCOPUS MARCELLINUS HUC IN SEPULCRUM.
Baronio, ad anno 1177 – Hoc gestum in Civitate Anconae in Ecclesia Majori Sancti Laurentii.
. E che ella fosse in quei tempi la chiesa stessa che ora si vede è chiarissimo dagli ornamenti di marmo che poco dopo vi fece nella parte interna e nella cappella della pietà il vescovo Berardo nel 1189, dove s’aveva l’epigrafe seguente – In. Nom. D. N. Jes. Cris. post partum Virginis actum, Anno mileno, centum nono, octodeno, et Frederico Martis amico, sed regente Clemente Petri, sedem residente, Praesule Beraldi o (Beroaldo), lapidumque Fabro Leonardo – i quali marmi che si vedevano fino al 1646 furono tolti dal vescovo Luigi Gallo per fare la scalinata grande per cui dalla chiesa si sale al piano della cappellaSaraceni, Storia di Ancona, pag. 152.. Un motivo che ci conduce a credere che tutto il muro della facciata stessa del duomo fosse stato fatto intorno al 1200, si rileva da una iscrizione che nel 1770 circa si rinvenne scolpita in un marmo vicino alla porta maggiore nella parte interna della chiesa, alla altezza di presso due palmi del pavimento – Hic jacet corpus Liberii Canonici, qui obiit IV. Nonas Octobris 1237. Per essere questo marmo non già inserito nel muro posteriormente, ma ivi insieme collocato nel tempo stesso che si fabbricava la facciata, assai prima che si fosse posta tal lapide, non può dubitarsi che il muro e la facciata intera del duomo fossero anch’essi fatti con le altre parti prima del 1200, ed a quel tempo appunto si debbono riferire anche i cinque bassi rilievi di marmo che rappresentano San Lorenzo, San Liberio, Santa Palazia, San Stefano, e San Ciriaco, che tuttavia si veggono nella parte destra della facciata esteriore poco sopra della finestra. Così la pensa il Padre CorsiniCorsini padre Odoardo, chierico regolare delle Scuole Pie, Relazione dello scoprimento, e ricognizione fatta in Ancona de’ Corpi de’ Santi Ciriaco e Marcellino, Roma 1750..
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